Progetto educativo pastorale salesiano per A.S.D. Don Bosco
- L’A.S.D. Don Bosco fa parte integrante dell’opera salesiana del Centro Don Bosco, questo comporta la partecipazione al consiglio della CEP, nella figura del presidente e del vice presidente che rappresenta gli ex allievi.
- Il consiglio della CEP è l’organo di animazione e di governo del centro Don Bosco: indica gli obiettivi da raggiungere ogni anno insieme, i percorsi da compiere insieme e le modalità di tempi e luoghi delle attività da fare insieme. Stabilisce le date fondamentali dell’opera intorno alle quali ogni settore organizza la propria attività e il proprio calendario, entro il 1 Settembre.
- L’A.S.D. condivide il fine del progetto dell’oratorio, che consiste nella formazione integrale dei ragazzi, dei giovani, delle famiglie e dei collaboratori secondo il criterio oratoriano:
- Casa che accoglie: ogni persona che accede all’A.S.D è accolta già dal suo ingresso in oratorio e dal primo contatto con i referenti dell’A.S.D. come uffici, bar, allenatori. Curando la conoscenza, il saluto, l’accompagnamento secondo le necessità. Chi viene all’A.S.D. può percepire l’intesa e l’unità di tutta l’opera salesiana: incontrare un rappresentante dell’A.S.D. è incontrare lo stile dell’oratorio di Don Bosco. Casa indica il senso di corresponsabilità nel salvaguardare sempre i valori fondamentali: rispetto delle persone, della struttura, degli orari e degli accordi con le altre realtà del centro, inoltre essere casa significa anche prestarsi nella logica del servizio alla manutenzione, gestione e pulizia della struttura secondo le necessità e gli imprevisti. In caso di organizzazione di tornei sportivi che occupano mezza giornata o una giornata intera, l’incaricato dell’oratorio con il responsabile dell’evento progettano le modalità più opportune per accogliere le squadre ospiti affinchè riconoscano di essere in una casa di Don Bosco e non in un centro sportivo anonimo.
- Cortile per incontrarsi tra amici: i luoghi di incontro dell’oratorio (spazi all’aperto e al chiuso), che comprendono anche quelli dell’A.S.D. (palestra, campi…), sono tipici luoghi educativi perché facilitano la conoscenza, la familiarità, lo scambio di idee, la condivisione di un percorso. E’ importante che tutti gli ambienti abbiano regole di vita comuni, partendo anche dalla condivisione degli orari e delle attività sportive e formative, per evitare sovrapposizioni di iniziative e tensioni tra i responsabili di settore. Si auspica a una programmazione e verifica periodica tra l’incaricato dell’oratorio, il direttore sportivo, il direttore tecnico e il custode della struttura. Tipico segno della presenza salesiana è l’assistenza, fatta di presenza educativa laddove ci sono delle persone, sia in attività strutturate sia in quelle informali (luoghi della presenza del pubblico, gioco libero dei ragazzi in campo e/o in palestra…). Per Don Bosco prevenire il male è fondamentale: questo avviene se si è presenti e si predispone per tempo tutto ciò che serve per animare i ragazzi. Dove non si può garantire una presenza adulta significative, l’attività non va fatta.
- Scuola che avvia alla vita: lo sport, insieme all’oratorio, è una scuola che insegna ai ragazzi a diventare adulti e a rispondere al progetto di vita che il Signore ha seminato nel loro cuore. Questa scuola inizia con la formazione di base alla buona educazione: saluto, rispetto persone e cose, pulizia, cura della salute (fumo, pulizia personale, alimentazione..) per quanto compete alla A.S.D. Continua con il rispetto del regolamento della disciplina sportiva nella consapevolezza che si rappresenta sempre e dappertutto il Don Bosco. La proposta educativa non si limita ovviamente ai confini della struttura dell’A.S.D., ma vuole aiutare il ragazzo a sviluppare una propria coerenza di vita anche all’esterno. Per questo gli educatori/allenatori curano rapporti personali con i ragazzi e le loro famiglie per quanto riguarda l’andamento scolastico, la disciplina, i percorsi di catechismo eventuali, i comportamenti all’esterno delle attività sportive. A Don Bosco interessava formare tutte le dimensioni della vita del ragazzo e per questo si interessava di tutti gli impegni del ragazzo.
- Parrocchia che evangelizza: per Don Bosco era fondamentale l’educazione alla fede dei suoi ragazzi e dei suoi collaboratori. L’educazione alla fede passa dagli incontri di catechismo che i ragazzi vivono nella propria parrocchia (di cui va tenuto conto per gli orari degli allenamenti, almeno per quelli del Don Bosco. e dei tornei in caso di celebrazioni per i sacramenti della comunione e della cresima) per poi continuare con le proposte esplicite dell’oratorio come la preghiera quotidiana alle 16,45 e la preghiera che viene proposta da un salesiano nel momento in cui passa per i campi a salutare i ragazzi, in accordo con l’allenatore. Sono da programmare ad inizio anno, possibilmente, momenti di incontro per squadre coinvolgendo anche i genitori su tematiche educative e salesiane. Vanno programmati ad inizio anno, possibilmente, incontri formativi a carattere educativo e salesiano con i dirigenti, gli allenatori e i collaboratori a vario titolo. Durante l’anno il consiglio della Cep propone anche qualche incontro plenario tra tutti gli operatori pastorali del Don Bosco (catechisti, allenatori, volontari e genitori). Per testimoniare la nostra identità cristiana si inserisce nei tornei dei ragazzi che occupano l’intera giornata della domenica la celebrazione della S. Messa, adatta per loro, oltre che un saluto iniziale e finale da parte di un salesiano. Secondo le situazioni l’incaricato dell’oratorio con il direttore sportivo valutano le scelte più opportune.